Mondo Attuale

di Francesca Di Lauro

L’aviazione americana dopo aver congedato per violenze domestiche Devin Kelley, l’autore della strage del Texas, non registrò la condanna e non la comunicò all’Fbi. In questo modo il 26enne che domenica ha ucciso 26 persone in una chiesa ha potuto comprare legalmente le armi da assalto. Il nome di Kelley invece doveva finire all’interno di una banca dati federale, consultabile quando viene fatto il background check per ricevere il porto d’armi.

È stata la stessa aviazione americana, dove Kelley aveva svolto servizio, ad ammettere l’errore. Adesso l’Air Force e il Pentagono hanno avviato una indagine interna per capire se in passato sono stati fatti altri errori di questo genere. Inoltre è stato aperta una inchiesta per valutare le colpe nell’errore che ha coinvolto Kelley.

Come di consueto, salteranno fuori le solite discussioni sul perché il killer fosse effettivamente in possesso di armi da fuoco, sul perché, in una situazione delicata come quella odierna, certi particolari continuano a sfuggire. Inoltre, è giusto ricordare che tutto ciò è avvenuto ad un solo mese di distanza dalla strage a Las Vegas, motivo per cui risulta ancora più inconcepibile una situazione simile. Ancora una volta, è giusto soffermarsi a riflettere e a porsi mille domande sul perché di queste tragedie. E’ giusto interrogarsi e cercare di capire, fortunato chi ci riesce, come tutto questo sia reale.

Un uomo bianco, stressato, con problemi famigliari, violento con la moglie, ma comunque ingiustificabile. Troppo facile riuscire a passare inosservati, a compiere le stragi più cruente, coinvolgendo uomini, donne e bambini, senza essere fermati prima. Una società che, probabilmente, anziché fare del bene ed aiutare le persone con maggiori debolezze, sia fisiche che, soprattutto, mentali, le rende vittime delle loro stesse menti.

Probabilmente è solo un’altra domanda da aggiungere alla lunga serie di quelle in attesa di una risposta.