Italiani occasionali

Di Giulio Solzi

Niente Mondiali 2018, l’Italia non ha passato il turno con la Svezia e il sogno di “Russia 2018” si è infranto. L’Italia non mancava ai Mondiali dal 1958. L’unica sera milioni di italiani si sono lasciati alle spalle ogni affanno, che fossero problemi personali o di questa nazione e si sono sentiti tali, si sono sentiti italiani, uniti dal fiero tricolore; birrone ghiacciato e rutto libero le parole d’ordine.

E in quei 90 minuti , malgrado l’arbitro infame, avversari comprati  all’IKEA e una partita combattutissima, l’Italia è stata veramente unita, al di sopra delle aspettative di Garibaldi. Un popolo che per un’ora e mezza ha amato la sua bandiera e il suo paese e ha odiato fermamente e con tutto il cuore l’avversario svedese . Qualcuno mi ha detto: “non puoi essere patriottico solo quando si tratta di calcio”.

E dunque… perchè no? “Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono”,cantava Gaber.

Viviamo in un paese in costante decadimento in cui crollano i cavalcavia, si vive di utopie e mera speranza, regnano la paura, le tensioni politiche, l’odio e la secolare divisione; un paese che non esiste e non è mai esistito (e forse mai esisterà), unito da mille valorosi volontari vestiti di stracci, da un credo instabile, da una storia e una cultura dimenticate. Si palesa quindi in momenti come questi la nostra unica opportunità di millantare un’Unità nazionale agli occhi del mondo, un mondo costretto a mirare con invidia la nostra storia, il nostro patrimonio artistico, letterario, musicale, il nostro cibo, il grido agguerito del nostro popolo e, perchè no, anche del nostrp Capitano. Ma, da martedì, sarà come non fosse successo niente.

E allora: forza, Italia!