Per non dimenticare:  la restituzione delle opere d’arte che rimette le cose al loro posto.

Incontro col maggiore Francesco ProvenzaComando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale

Lo scorso  maggio le classi 5 B e 5C  del  Liceo Linguistico “D. Manin” hanno  ospitato il Maggiore Francesco Provenza del Nucleo Carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale di Monza. L’intervento è stato l’incontro conclusivo del progetto CLIL “Les œuvres d’art spoliées pendant la 2ème guerre mondiale et la problématique des restitutions ” [La spoliazione dei beni durante la seconda guerra mondiale e le difficoltà delle restituzioni] elaborato,  sviluppato con il supporto dei docenti di storia dell’arte Prof. Alessandro Serafini e Prof.ssa Micaela Maranesi in contemporanea con  le docenti di lingua francese Prof.sse Muriel Levacher, Pierangela Porcu e Sophie Roudaire.

 Il lavoro di squadra ha incluso una ricerca approfondita  attraverso l’analisi di documenti storici   coinvolgendo  le classi in un percorso di ricostruzione e di formazione personale in cui sono si sono maturati e rinsaldati i valori di senso civico e di tutela del patrimonio di beni che costituiscono la base  della civiltà di un popolo.

Le classi hanno partecipato con impegno e l’incontro ha fornito un’interessante e coinvolgente introspettiva sul ruolo determinante del Nucleo Carabinieri TPC di Monza nella preservazione del patrimonio artistico e culturale in ambito nazionale e internazionale.

Durante la prima parte della conferenza, tenutasi a distanza a causa delle restrizioni COVID, sono stati presentati il Comando, la sua storia e la sua funzione. Il Comando carabinieri per la tutela dei beni culturali italiano nasce il 3 maggio 1969 ed è il primo al mondo ad essere istituito, anticipando di un anno la raccomandazione dell’UNESCO, che indicava agli Stati aderenti l’opportunità di adottare varie misure al fine di impedire l’acquisizione di beni illecitamente esportati e favorire il recupero di quelli trafugati.

Il Comando, pur esercitando la sua attività principalmente a livello nazionale, non manca di prestare servizio in missioni nel teatro europeo e internazionale, cooperando con INTERPOL, OCBC France ed altre agenzie o reparti di polizia nel mondo, quali la Task Force “Unite4Heritage”. Essendo l’unico corpo specializzato al mondo, quindi corpo di élite, oltre che quello con il maggior numero di successi, il Comando per la tutela del patrimonio artistico italiano si occupa anche della formazione e addestramento delle unità corrispettive straniere, con particolare attenzione nei teatri sensibili al traffico illecito di opere d’arte e reperti archeologici in aree come Messico, Cuba, Israele, i Territori palestinesi e le zone contigue del Medio Oriente, aventi un ragguardevole patrimonio.

Oltre alla cooperazione internazionale, tra le principali funzioni dei Carabinieri si evidenzia l’attività preventiva, ovvero il controllo, la prevenzione e la repressione di scavi clandestini, con l’eventuale recupero di beni culturali illecitamente sottratti e resi disponibili sul mercato nero dell’arte. L’attività di controllo è svolta in svariati ambiti culturali: da musei, archivi, aste, gallerie, ecc. fino alle più recenti espressioni dell’e-commerce e la tutela del paesaggio. Per svolgere al meglio il proprio compito, il corpo dispone di elicotteri e droni, che consentono di effettuare una monitorizzazione più efficace delle aree sensibili.

Ogni informazione investigativa è catalogata nella Banca dati dei Beni culturali illecitamente sottratti, istituita nel 1980, costituente il database più ampio del mondo. In essa sono inserite quotidianamente le informazioni descrittive e fotografiche relative ai beni culturali da ricercare.

Un’ulteriore importante funzione è costituita dalla sensibilizzazione al pubblico, solitamente veicolata attraverso mostre, workshop, seminari, lezioni nelle scuole e pubblicazioni.

Con un patrimonio così vasto è importante che ciascuno di noi comprenda l’importanza del proprio contributo: più siamo a preservarlo, meglio è.

 

 

Durante la seconda parte dell’intervento, è stato possibile interloquire direttamente con il Maggiore, che ha evaso con cortesia e sensibile professionalità tutte le domande rivolte dagli studenti delle classi 5^ C linguistico e 5^B  linguistico:  l’incontro si è sviluppato come un confronto vivace e frutuoso, in quanto gli studenti sono intervenuti attivamente con la loro curiosità di informazioni e chiarimenti riguardo le molteplici attività svolte dal Comando e possibili sbocchi lavorativi.

Tra i vari quesiti, quanto ha suscitato l’interesse più vivo riguarda le modalità di accesso al corpo e i percorsi di studio afferenti, quali siano state le maggiori soddisfazioni davanti alla restituzione di opere trafugate durante la guerra, i tempi di restituzione dei beni ritrovati e i casi più difficili. Il Maggiore ha spiegato che l’appartenenza all’Arma è requisito fondamentale, in special modo per l’esperienza che si acquisisce sul campo; un titolo di studio in materie culturali o di storia dell’arte non è imprescindibile, in quanto l’Arma offre un corso addestrativo con cui conseguire la specializzazione della Tutela. Tale corso specialistico e professionalizzante consente di giungere a collaborare a successi smaglianti, quali il recupero di un importante dipinto e la grande emozione che questo può suscitare. Sono situazioni di forte impatto emotivo: recuperare beni culturali il cui valore trascende quello economico permette di recuperare la storia di persone dal destino tragico e ricomporre la memoria di chi è sopravvissuto.

La tutela, dunque, riguarda anche beni di privati, defraudati altrimenti oltre che della vita anche dello spirito che ha contraddistinto il loro agire: essi sono testimoni di civiltà di un popolo.

Tale il recentissimo caso del dipinto di Nicolas Poussin tornato agli eredi legittimi, in cui questa sensibilità alla restituzione ed alla giustizia accresce la tutela e la protezione del patrimonio culturale. I tempi di restituzione del dipinto di Poussin sono stati relativamente ristretti: dalla segnalazione di un esperto in opere d’arte scomparse nel 2019 alla restituzione sono intercorsi poco meno di 24 mesi. La restituzione è avvenuta nello scorso aprile e l’emozione per questo successo, anche umano, era palese nelle parole del Maggiore.

Non ogni caso ha un esito altrettanto veloce. Questo riguarda un’indagine coordinata con i corrispettivi inglesi e rumeni, in cui il trafugamento di libri antichi dalla città di Feltham nel 2017 ha portato a collezionisti privati in Italia e Germania, i quali avevano intenzione di esporli presso un’importante fiera oltreoceano. Alla fine dell’indagine, durata un anno e mezzo, i responsabili del crimine sono stati assicurati alla giustizia. Questo ci ha consentito di toccare con mano l’impegno e la grande professionalità del Nucleo Carabinieri TPC.

Sanae Dourhnou e M. Carolina Nolli, 5^ C linguistico